Questo è un post diverso da tutti gli altri. Oggi è giunta la notizia del suicidio di Maurizio Cevenini, persona conosciutissima a Bologna per un miliardo di motivi che leggerete dappertutto.
Un fatto che mi ha colpito molto, perché ho avuto la fortuna di collaborare con lui per qualche evento (questo e questo, ad esempio), apprezzandone da subito la professionalità, la disponibilità e l’enorme, incontenibile, vera simpatia. Tanto per capire il personaggio, era uno che vedevi presiedere il Consiglio comunale di Bologna la mattina e la sera era alla festa dell’Unità che leggeva al microfono i numeri della pesca di beneficienza davanti a signore, vecchietti e bambini. Un politico diverso dagli altri, uno che amava la politica per passione, non per utilità. Uno che la gente la ascoltava e ci parlava davvero, tutti i giorni. Uno che era stimato da chiunque, senza distinzioni di colori, bandiere o casacche. Uno di quelli di cui avremmo davvero bisogno in tempi bui come questi.
E invece se ne è andato, all’improvviso, nel modo per me più imprevedibile. “Le grandi passioni sono malattie senza speranza. Ciò che potrebbe guarirle, è proprio ciò che le rende pericolose” diceva Goethe. Da oggi, Bologna è molto più povera.
(Photo credits: www.mauriziocevenini.it)